Luigi Razza
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Luigi Razza | |
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Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 24 gennaio 1935 – 7 agosto 1935 |
Presidente | Benito Mussolini |
Predecessore | Araldo di Crollalanza |
Successore | Giuseppe Cobolli Gigli |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XXVII,XXVIII,XXIX |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Partito politico | Partito Nazionale Fascista |
Titolo di studio | laurea |
Luigi Razza (Monteleone di Calabria, 12 dicembre 1892 – Almaza, 7 agosto 1935) è stato un giornalista, sindacalista e politico italiano.
Fu ministro dei lavori pubblici durante il regime fascista.
Biografia
Luigi Razza nasce a Monteleone di Calabria (oggi Vibo Valentia) da Leone e Carmela De Luca. Trascorsi i primi anni della fanciullezza, il padre, agente di custodia, viene trasferito a Noto, in Sicilia, dove Luigi inizia a frequentare il liceo - ginnasio "Di Rudini", sino alla maturità classica conseguita nel 1912. Terminati gli studi liceali, si avvicina al sindacalismo, e viene inviato in Puglia come dirigente dell'Unione sindacale italiana di Filippo Corridoni. Nel 1914 si trasferisce a Milano, dove si laurea in legge. Conobbe Mussolini che lo chiamò come redattore del giornale interventista Popolo d'Italia.
Allo scoppio della grande guerra, Luigi viene più volte riformato per insufficienza toracica e per il fisico gracile, testimone di un'infanzia di sacrifici e di ristrettezze economiche in cui versava l'intera famiglia. Anche i suoi fratelli Domenico e Giuseppe, nati a Monteleone rispettivamente il 17 maggio 1894 e il 31 gennaio 1899, verranno riformati per lo stesso motivo. Nonostante ciò, Luigi riesce a partire volontario nel 1916 con il grado di sottotenente nella brigata Volturno, combattendo in Val Posina, nel Trentino e sul Monte Cimone dove guadagna due croci di guerra al valor militare. In questo periodo collabora attivamente per i giornali di trincea.
Finita la guerra, nella città di Trento libera diviene redattore del giornale socialista Il Popolo, fondato nel 1900 da Cesare Battisti, e corrispondente del Popolo d'Italia. Segretario del fascio d'azione rivoluzionaria, nel 1919 prese parte alla fondazione dei Fasci italiani di combattimento e nel 1920 fu segretario del Fascio di Trento. Fu uno dei sansepolcristi aderenti alla Massoneria[1]. Con l'ascesa del fascismo, Razza diventa, dopo la Marcia su Roma, membro del Gran consiglio del fascismo e del Consiglio nazionale delle corporazioni. Nel 1923 fu nominato vicesegretario generale della Confederazione delle corporazioni sindacali fasciste. Nel 1924 viene eletto deputato nel Listone fascista.
Nel novembre del 1928 la Confederazione nazionale delle corporazioni sindacali viene smembrata in sei confederazioni minori (industria, agricoltura, commercio, trasporti e navigazione, banca, lavoratori del mare e dell'aria, professionisti e artisti), Razza assume la segreteria della Confederazione nazionale dei lavoratori dell'agricoltura. Nel 1929 è rieletto deputato del Regno. Nel 1930 Razza venne nominato commissario del neoistituito Commissariato per le migrazioni e la colonizzazione interna, della presidenza del Consiglio.
Viene riconfermato deputato nel 1934. L'apice della sua carriera politica la raggiunge il 24 gennaio 1935, quando viene nominato Ministro dei lavori pubblici nel Governo Mussolini: rimarrà in carica fino al 6 agosto 1935, a causa della sua morte avvenuta in un disastro aereo nel cielo di Almaza (Il Cairo) mentre si recava in Eritrea. L'aereo, decollato da Guidonia, fece tappa al Cairo per la notte. La mattina del 7 agosto 1935, dieci minuti dopo il decollo, un'esplosione fece precipitare l'aereo provocando la morte dei 7 occupanti (3 passeggeri e 4 d'equipaggio).
L'incidente suscitò immediatamente vasta eco, anche sulla stampa estera, e si parlò anche di attentato, ma le vere cause non furono mai chiarite. Anzi, la commissione di inchiesta inviata dal governo italiano, dichiarò rapidamente l'impossibilità di appurare le ragioni dell'incidente,[2].
La scomparsa viene così annunciata dal quotidiano Il Mattino:
«Un trimotore italiano in volo verso l’Asmara, recante a bordo il Ministro italiano dei LL.PP. On. Luigi Razza, il suo segretario particolare dottor Minasi, l’africanista Franchetti, due piloti (un maggiore e un sottotenente) e un meccanico, per ragioni ancora ignote è precipitato in fiamme a circa un chilometro e mezzo dal Cairo. L’apparecchio, partito in condizioni normali, con tempo sereno aveva sostato, proveniente da Roma, per qualche tempo in Egitto[3]»
A lui fu intitolata la città coloniale di Massah, in Cirenaica.
Note
- ^ Luca Irwin Fragale, La Massoneria nel Parlamento. Primo novecento e Fascismo, Morlacchi Editore, 2021, p. 101. nota 91.
- ^ L'operazione, ampiamente divulgata anche in un famoso documentario per la RAI di Ettore Della Giovanna nel 1963, periodicamente riproposto.
- ^ Il Mattino, 9 agosto 1935
Bibliografia
- Nazareno Salimbeni, Luigi Razza - Uomo da non dimenticare, Mapograf, 1998;
- Florence Fanto, La vita la politica a Vibo Valentia dal 1918 al 1940, Mapograf, 2003;
- AA. VV., In memoria di Luigi Razza, Stab. tip. del genio civile, Roma, 1935;
- Beneduci Carlo, Il monumento a Laugi Razza di Fortunato Longo tra storia, arte e società, Vibo Valentia Monteleone, 2005;
- Dotto Salvatore, Luigi Razza di Calabria: menzogna e delitto di Stato, Giarre, 2002;
- Razza Luigi, Pubblicazione in memoria di Luigi Razza a cura di Giuseppe Pisani, Vibo Valentia tip. G.Froggio, 1935;
- Lischi Dario, In memoria di Luigi Razza. A cura della Confederazione Fascista dei lavoratori dell'agricoltura di Pisa, Nistri Lischi, 1936;
Voci correlate
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Collegamenti esterni
- Razza, Luigi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- RAZZA, Luigi, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Giuseppe Parlato, RAZZA, Luigi, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 86, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2016.
- Luigi Razza, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Predecessore | Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia | Successore | ![]() |
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Araldo di Crollalanza | 24 gennaio 1935 - 5 settembre 1935 governo Mussolini | Giuseppe Cobolli Gigli |
V · D · M | ||
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Capo del governo e Duce del Fascismo | Benito Mussolini | ![]() |
Ministro dell'aeronautica (dal 1925) | Mussolini · Italo Balbo · Mussolini | |
Ministro degli affari esteri | Mussolini · Dino Grandi · Galeazzo Ciano | |
Ministro dell'agricoltura (soppresso nel 1923) | Giuseppe De Capitani d'Arzago | |
Ministro dell'agricoltura e foreste (dal 1929) | Giacomo Acerbo · Edmondo Rossoni · Giuseppe Tassinari · Carlo Pareschi | |
Ministro delle colonie (soppresso nel 1937) | Luigi Federzoni · Mussolini · Pietro Lanza di Scalea · Emilio De Bono · Alessandro Lessona | |
Ministro dell'Africa Italiana (dal 1937) | Alessandro Lessona · Mussolini · Attilio Teruzzi | |
Ministro delle comunicazioni (dal 1924) | Costanzo Ciano · Umberto Puppini · Antonio Stefano Benni · Giovanni Host-Venturi · Vittorio Cini · Giuseppe Peverelli | |
Ministro delle corporazioni (dal 1926) | Mussolini · Giuseppe Bottai · Ferruccio Lantini · Renato Ricci · Carlo Tiengo · Tullio Cianetti | |
Ministro della cultura popolare (dal 1937) | Dino Alfieri · Alessandro Pavolini · Gaetano Polverelli | |
Ministro dell'interno | Mussolini · Luigi Federzoni | |
Ministro dell'Economia nazionale | Orso Mario Corbino · Cesare Nava · Giuseppe Belluzzo · Alessandro Martelli | |
Ministro dell'Educazione nazionale | Balbino Giuliano · Francesco Ercole · Cesare Maria De Vecchi · Giuseppe Bottai · Carlo Alberto Biggini | |
Ministro delle Finanze | Alberto de' Stefani · Giuseppe Volpi · Antonio Mosconi · Guido Jung · Paolo Thaon di Revel · Giacomo Acerbo | |
Ministro della Giustizia e Affari di culto | Aldo Oviglio · Alfredo Rocco · Pietro De Francisci · Arrigo Solmi · Dino Grandi · Alfredo De Marsico | |
Ministro dell'Industria e commercio | Teofilo Rossi | |
Ministro dei Lavori pubblici | Gabriello Carnazza · Gino Sarrocchi · Giovanni Giuriati · Mussolini · Michele Bianchi · Araldo di Crollalanza · Luigi Razza · Giuseppe Cobolli Gigli · Adelchi Serena · Giuseppe Gorla · Zenone Benini | |
Ministro della Guerra | Armando Diaz · Antonino Di Giorgio · Mussolini · Pietro Gazzera · Mussolini | |
Ministro del Lavoro e Previdenza sociale | Stefano Cavazzoni | |
Ministro delle Poste e telegrafi | Giovanni Antonio Colonna di Cesarò · Costanzo Ciano | |
Ministro della Produzione bellica (dal 6 febbraio 1943) | Carlo Favagrossa | |
Ministro della Pubblica istruzione | Giovanni Gentile · Alessandro Casati · Pietro Fedele · Giuseppe Belluzzo | |
Ministro degli Scambi e valute | Felice Guarneri · Raffaello Riccardi · Oreste Bonomi | |
Ministro della Stampa e propaganda | Galeazzo Ciano · Dino Alfieri | |
Ministro delle Terre liberate dal nemico (soppresso il 5 febbraio 1923) | Giovanni Giuriati | |
Ministro del Tesoro (accorpato alle Finanze il 31 dicembre 1922) | Vincenzo Tangorra · Alberto de' Stefani |
Controllo di autorità | VIAF (EN) 317284974 · LCCN (EN) no2015102276 · BNF (FR) cb17786094m (data) |
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