Band-e Kaisar

Band-e Kaisar
بند قیصر
Shadirwan
Localizzazione
StatoBandiera dell'Iran Iran
ShahrestānShushtar
Amministrazione
PatrimonioUNESCO
Mappa di localizzazione
Map
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Band-e Kaisar
Localizzazione
StatoBandiera dell'Iran Iran
CittàShushtar
AttraversaKarun
Coordinate32°03′13.4″N 48°50′55.27″E32°03′13.4″N, 48°50′55.27″E
Dati tecnici
Tipoponte ad arco
Materialearenaria, opera cementizia
Campate40
Lunghezza500 m
Luce max.6,6−9 m
Realizzazione
Ing. strutturaletecnica edilizia romana
Costruzione260-270 d.C.-...
Chiusura1885
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Il Band-e Kaisar (in lingua araba بند قیصر, "La diga di Cesare") Pol-e Kaisar ("Ponte di Cesare"), Ponte di Valeriano oppure Shadirwan è un ponte ad arco romano in rovina a Shushtar nell'Iran.

Storia

Fu costruito dai prigionieri di guerra romani (circa 70.000 uomini)[1] dopo la sconfitta subita dall'imperatore Valeriano (253-260 d.C.) da parte del sovrano sassanide[2] Sapore I nella Battaglia di Edessa[3].

Questo ponte fu il primo[3] in Iran ad essere impiegato assieme a una diga (o briglia) che serviva lo storico sistema idraulico di Shushtar il quale irrigava 150.000 ettari di landa arabile ed è anche il ponte romano più a oriente trovandosi nel bel mezzo del territorio persiano[4].

Dal 2009 il ponte è stato nominato dall'UNESCO decimo sito Patrimonio dell'umanità dell'Iran. Il ponte, costruito sul fiume Karun, collegava la capitale sassanide Pasargadae con Ctesifonte rimase in uso fino al XIX secolo più volte ricostruito durante il periodo islamico l'ultimo crollo risale al 1885.

Note

  1. ^ Kleiss, p.106.
  2. ^ Smith, pp. 56-61
    Schnitter, p.32; Kleiss, p.106; Vogel, p.50; Hartung, p.232; Hodge, p.85; p.130, O'Connor;
    Huff; Kramers
  3. ^ a b Vogel, p.50.
  4. ^ Schnitter, p.28 fig.7.

Bibliografia

  • (FR) M.-L. Chaumont, Les Sassanides et la christianisation de l'Empire iranien au IIIe siècle de notre ère, in Revue de l'histoire des religions, vol. 165, n. 2, 1964, pp. 165–202 (170).
  • (DE) Fritz Hartung, Kuros Gh. R., Historische Talsperren im Iran, in Garbrecht Günther (a cura di), Historische Talsperren Vol.1, Stuttgart, Verlag Konrad Wittwer, 1987, pp. 221-274, ISBN 3-87919-145-X.
  • (EN) A. Trevor Hodge, Roman Aqueducts & Water Supply, Londra, Duckworth, 1992, p. 85, ISBN 0-7156-2194-7.
  • (EN) Dietrich Huff, Bridges. Pre-Islamic Bridges, in Yarshater Ehsan (a cura di), Encyclopædia Iranica Online, 2010.
  • (DE) Wolfram Kleiss, Brückenkonstruktionen in Iran, in Architectura, vol. 13, 1983, pp. 105–112 (106).
  • (EN) Colin O'Connor, Roman Bridges, seconda, Cambridge University Press, 1993, pp. 130 (No. E42), ISBN 0-521-39326-4.
  • (DE) Niklaus Schnitter, Römische Talsperren, in Antike Welt, vol. 8, n. 2, 1978, pp. 25–32 (32).
  • (EN) Norman Smith, A History of Dams, Londra, Peter Davies, 1971, pp. 56-61, ISBN 0-432-15090-0.
  • (DE) Alexius Vogel, Die historische Entwicklung der Gewichtsmauer, in Garbrecht Günther (a cura di), Historische Talsperren Vol.1, Stuttgart, Verlag Konrad Wittwer, 1987, pp. 47–56 (50), ISBN 3-87919-145-X.
  • Vittorio Galliazzo, I ponti romani Vol.1, Canova, Treviso, 1995, pp. 89–90, ISBN 88-85066-66-6.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

  • Livius.org: Shushtar Archiviato il 23 dicembre 2012 in Internet Archive.
  • UNESCO: Sito patrimonio dell'umanità
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